Cosa vuol dire “Consapevolezza”.

Matteo Albini
5 min readJan 11, 2023

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Nel linguaggio quotidiano accade che alcuni termini vedano sbiadire il proprio significato originario per acquisirne uno storpiato.

Non solo poi di queste parole ci si dimentica di cosa significhino ma ci si dimentica addirittura di essercene dimenticati.

Una di queste parole è senza ombra di dubbio consapevolezza, uno dei concetti centrali di tutto il mio lavoro.

Credo che condividerne il suo significato ponga una base per un comune comprendersi.

Cosa significa essere consapevoli?

Se etimologicamente consapevolezza significa conoscere con ovvero conoscere insieme, conoscere insieme a cosa?” rappresenta il vero nocciolo della questione.

Mi capita spesso di sentire anche qualcuno fra i miei Partners, ovvero il modo con il quale chiamo i miei Clienti, utilizzare in modo inappropriato questa parola.

C’è chi pensa di essere consapevole della situazione di una condizione della propria organizzazione, chi delle dinamiche che intervengono in famiglia.

In realtà non si è mai consapevoli delle circostanze, non si è mai consapevoli di ciò che è a noi esterno:

essere consapevoli è il fenomeno intimo della conoscenza del sé.

Essere consapevoli significa fondamentalmente rispondere alla domanda “Chi sono io?” al di la degli inquadramenti sociali e delle etichette di giudizio.

La domanda “Chi sono io?” è infatti la domanda fondamentale dell’Evoluzione Personale, che si contrappone alla Crescita Personale la cui domanda propria è “Come faccio a … ?”.

Come ho già detto il vero frutto di un percorso Evolutivo, sia questi proposto all’interno di un’organizzazione che in un percorso individuale, è quello di imparare le lezioni su se stessi racchiuse nelle difficoltà percepite.

Consapevolezza è proprio il frutto dell’insegnamento che si nasconde dietro ad ogni Lezione di Vita.

Ricapitolando quanto detto sino ad ora, cosa è dunque la consapevolezza?

Consapevolezza significa riconoscere veramente chi sei, sei sempre stato e mai smetterai di essere, nemmeno se lo volessi.

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Perché è fondamentale avere Consapevolezza?

C’è chi, fra coloro che leggeranno questo articolo, sta cercando un cambiamento nella propria situazione economica, chi sta cercando di uscire da una situazione sentimentalmente inappagante e chi sta perseguendo un obiettivo di impresa, fatto di traguardi, di numeri e di azione.

Cosa hanno in comune queste queste persone?

Tutti stanno cercando di andare da un punto A, la situazione nella quale si trovano, al punto B, la situazione desiderata.

Nel progettare il proprio percorso ci si focalizza molto spesso su due aspetti: il B, ovvero la situazione desiderata ed il percorso nel mezzo, quello che c’è da fare e l’asset strumentale.

Un alpinista intelligente potrebbe forse progettare la propria scalata senza considerare il proprio punto di partenza, ovvero la base?

Penso che tutti potremmo considerarlo un folle.

Conoscere il punto dal quale si parte significa prendere una prima consapevolezza di se ed è un passo imprescindibile perché “Tu sei, dove tu sei”, che parafrasato significa che la realtà che ti circonda è lo specchio fedele del tuo sistema credenziale (ego).

Da questo punto di vista, tutte quelle cose che non stanno andando nella tua vita sono lezioni su te stesso che non hai visto per ciò che sono e che quindi non hai ancora imparato.

Imparare queste lezioni significa acquisire consapevolezza

Per questa ragione viene detto che nessuno può ottenere un cambiamento reale, con il medesimo livello di consapevolezza nel quale si trova.

Se stai cercando un cambiamento nella tua vita allora ricorda: Il passaggio da A a B, dalla tua situazione attuale alla situazione “desiderata”, è sempre un passaggio di consapevolezza.

Il resto è solo narrativa della mente.

Acquisire consapevolezza non è un’opzione rilegata a chi ha della vita una visione più o meno spirituale: se è vero che “Tu sei dove tu sei”, allora acquisire consapevolezza è un passo fondamentale per ottenere quel cambiamento che stai cercando e soprattutto che senza consapevolezza non ci può essere cambiamento.

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A chi serve acquisire consapevolezza?

Chiunque stia cercando un cambiamento nella propria vita e stia sperimentando delle difficoltà, delle resistenze, per arrivare alla meta desiderata troverà grande vantaggio nell’acquisizione di consapevolezza.

Ma non ci ferma qui.

Fosse così, la consapevolezza sarebbe solo un altro degli stratagemmi cari alla tradizionale “crescita personale”.

Ma acquisire consapevolezza ha un significato molto più profondo del semplice cambiamento personale.

Una volta Jim Carry, si quello di Ace Ventura e di The Mask, disse: “Mi auguro che tutti un giorno possano diventare ricchi e famosi per rendersi conto che quella non è la risposta”.

Pensandoci bene chiunque intraprenda un cambiamento, in qualsiasi campo della vita, sta cercando di dare soddisfazione ad un bisogno, a questo bisogno ognuno gli ha dato le sembianze delle proprie paure.

Immaginiamo pure che ci sia un qualcuno che abbia avuto tutto, magari un principe, un grande imprenditore dalle grandi risorse, famiglia perfetta e via dicendo.

Quella domanda che ronza nello stomaco sarebbe appagata?

Credo che il più grande libro di Goal Setting mai stato scritto e mai più attuale sia il Qoelet o Ecclesiaste.

Riassunto in poche parole Qohèlet Re di Gerusalemme, che fra potere, donne, lusso e conoscenza, racconta di come in definitiva tutto sappia di niente.

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Qohèlet è un uomo disincantato dalle illusioni di grandezza del mondo, stanco dei piaceri e ormai disgustato anche dalla scienza.

Anche lui come l’uomo di ogni tempo sentiva nel proprio stomaco ronzare una domanda, per rendersi conto che la risposta non era in nessun luogo in cui gli avevano detto l’avrebbe trovata.

Questa domanda che, se pur percepita non gli si riesce a dare forma, rimane sempre insoddisfatta da chi la cerca fuori di se: negli oggetti, nelle persone e negli insegnamenti.

La risposta a quella domanda è da sempre dentro di te e la via per trovarla si chiama consapevolezza.

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